Potrai conoscerli al Focus Live dall’8 al 10 novembre a Milano, al Museo della Scienza e della Tecnologia: stiamo parlando del Video Microscopio Interattivo e del Giramondo Video Mappamondo Interattivo, due strumenti che uniscono gioco e apprendimento, coinvolgendo bambine e bambini nella scoperta del mondo e delle materie scientifiche.
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Il modo migliore per imparare, quando si è bambini, è giocando: il gioco aiuta ad apprendere divertendosi, ripetendo più volte le stesse situazioni sotto prospettive diverse e, spesso, anche mettendosi alla prova. Unendo poi gioco e tecnologia si riesce a ottenere un coinvolgimento appassionato che può fare davvero la differenza nelle materie Stem, ma non solo. È il caso, per esempio, del Video Microscopio Interattivo e di Giramondo Video Mappamondo Interattivo, due strumenti per giocare… e imparare!
Più si divertono, più imparano: è una regola di base che vale un po’ per tutti i bambini e le bambine. Stimolare la curiosità e l’apprendimento attraverso un’esperienza educativa divertente è lo scopo di VTech, una delle più grandi aziende al mondo che produce giochi educativi. Il suo scopo è combinare scienza e tecnologia per coinvolgere bambini di età diverse affinché si appassionino al mondo delle Stem.
Una delle attività più amate dai giovani (ma non solo!) a scuola e anche a casa, se possono, è osservare la vita attraverso la lente di un microscopio. Il Video Microscopio Interattivo permette di osservare il mondo com’è composto, dai tessuti vegetali alle cellule animali, fornendo immagini ingrandite su uno schermo. Ma non si tratta di un “semplice” microscopio: questo strumento permette infatti di integrare l’osservazione con dei video educativi che, attraverso i vetrini illustrati, aiutano a capire in modo semplice fenomeni complessi.
In questo modo, bambine e bambini sono stimolati a conoscere e ad ampliare e rafforzare le proprie basi scientifiche. Attraverso il Video Microscopio Interattivo non osservano soltanto ciò che hanno intorno, ma sono anche stimolati a saperne sempre di più!
Che noia studiare la geografia osservando una carta piatta, bidimensionale, spostando il dito tra città, fiumi e montagne! Tutt’altra cosa invece avere a disposizione un mappamondo che non soltanto mostra i continenti, i paesi, gli oceani e i luoghi di interesse, ma offre – attraverso lo schermo integrato da 2,7’’, video che spiegano culture, animali e fenomeni culturali. Oggi abbiamo voglia di andare in Cile? Nessun problema, oltre a capire sul mappamondo dove si trova, con quali paesi confina, che mare e che montagne ci sono, possiamo chiedere al Giramondo Video Mappamondo Interattivo di spiegarci la cultura e la storia del paese!
Spesso gli schermi vengono demonizzati, ma in realtà, se usati correttamente come strumento integrativo allo studio, possono fornire non soltanto uno stimolo a imparare, ma anche un ottimo modo per memorizzare, grazie alle immagini combinate alla voce.
Se vuoi conoscere il Video Microscopio Interattivo e il Giramondo Video Mappamondo Interattivo puoi venire a trovare VTech al Focus Live che si terrà al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano dall’8 al 10 novembre 2024: in questa occasione, l’azienda metterà a disposizione microscopi e mappamondi per intrattenere bambine e bambini e farli divertire con questi giochi educativi.
Imparare giocando è più divertente!
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I gas, la luce e la forza elettrica: come si comportano? Scoprilo con tre esperimenti del professor Vincenzo Schettini de La fisica che ci piace.
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Andiamo alla scoperta della fisica, cioè delle leggi della natura, con 3 esperimenti facili e divertenti da fare in casa. Mettendo le “mani in pasta” con il professor Vincenzo Schettini de La fisica che ci piace scoprirai come si comportano i gas, la luce e la forza elettrica. Dai, inizia subito! Nel secondo esperimento devi far scaldare dell’acqua calda, quindi attenzione.
Materiali: palloncino, bottiglia di vetro trasparente da 0,10 cl, pentolino con acqua calda, bacinella con acqua calda, tagliere di legno.
1) Prendi la bottiglietta di vetro e aggancia il palloncino sgonfio sull’apertura della bottiglietta.
2) Prendi una bacinella e riempila con acqua e ghiaccio.
3) Prendi un pentolino e scalda dell’acqua.
4) Metti il pentolino con l’acqua calda su un tagliere di legno e poggia nel pentolino la bottiglietta di vetro: vedrai che il palloncino si gonfierà!
5) Sposta poi la bottiglietta di vetro nella bacinella con acqua e ghiaccio e noterai che il palloncino si sgonfierà.
L’aria, che è un gas, a contatto con l’aria calda si riscalda e si espande. Quindi l’aria che è dentro al palloncino lo fa gonfiare. Ma quando raffreddiamo l’aria, mettendola a contatto con l’acqua fresca, fa esattamente l’opposto, si restringe e quindi il palloncino si sgonfia.
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Materiali: bottiglia di plastica, foglio di carta, pennarello.
1) Disegna sul foglio due frecce orizzontali identiche una sotto all’altra.
2) Prendi la bottiglia piena per metà d’acqua e poggiala su un tavolo.
3) fai scorrere il foglio dietro la bottiglia in modo da vedere attraverso l’aria la freccia di sopra e attraverso l’acqua quella di sotto.
4) Vedrai che la freccia inferiore punterà nel senso opposto! Ma perché
La luce del Sole colpisce gli oggetti, viene riflessa, arriva ai nostri occhi ed è così che vediamo ciò che ci circonda. Succede la stessa cosa anche sulla punta delle frecce disegnate sul foglio. Ora, nell’esperimento vediamo la freccia di sopra attraverso l’aria, quella di sotto attraverso l’acqua e la luce passa attraverso materiali diversi, in questo caso dall’aria all’acqua, cambia direzione. Ecco perché la freccia si ribalta!
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Materiali: lattina di alluminio, palloncino.
1) Prendi il palloncino e gonfialo, ma non legarlo, così finito l’esperimento potrai sgonfiarlo e usarlo altre volte.
2) Appoggia la lattina di alluminio stesa in orizzontale su un tavolo liscio e dritto. Strofina il palloncino sui vostri capelli per qualche secondo.
3) Avvicina il palloncino alla lattina: scoprirai che la lattina inizierà a rotolare verso il palloncino. Ma quale forza ha messo in moto il palloncino?
La fisica che c’è dietro
Strofinando il palloncino, la fisica ci dice che lo elettrizziamo. Cioè alcuni elettroni si trasferiscono dai capelli al palloncino. Quindi sul palloncino c’è un’abbondanza di elettroni! Bene, avvicinandolo alla lattina si crea sulla lattina stessa un eccesso di cariche di segno opposto a quella degli elettroni, ovvero di carche positive. E allora che cosa succede? Dato che le cariche opposte si attraggono la lattina si muove verso il palloncino. La forza di queste cariche viene chiamata forza elettrica.
I tre esperimenti sono tratti dalla scatola-box “L’esperimento che ci piace” (Headu),a cura di Vincenzo Schettini il professore di fisica più famoso del web con i suoi canali “La fisica che ci piace“.
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Tra poco è Natale e tra i tanti regali che hai già scelto, ti mancano quelli per i tuoi figli, i nipoti o i figli di amici? Non è così semplice trovare il giusto regalo per bambini e ragazzi. Noi di Focus Junior proviamo ad aiutarti con qualche consiglio!
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Ogni anno la stessa storia: si avvicina il Natale e tu non hai idea di quali regali potresti fare ai tuoi amici o ai tuoi famigliari. Ma soprattutto, cosa regalare a figli, nipoti e figli di amici? Bè, sicuramente ciascuno di loro avrà scritto la tradizionale letterina a Babbo Natale oppure Santa Lucia, però potresti anche decidere di stupirli con un dono pensato apposta per loro e scelto con cura, ragionando su gusti e personalità del destinatario.
Si sa, non è semplice regalare a un bambino qualcosa che gli piaccia davvero o qualcosa che già non possegga. Proprio per questo motivo, siamo qui per aiutarti! Ecco 10 idee di regali di Natale per bambini o ragazzi:
Circondati ogni giorno da decine di dispositivi elettronici, potrebbero avere voglia di qualche gioco analogico come quelli a cui eri abituato tu da bambino. Perché allora non stupirli con un mazzo di carte del loro gioco, cartone animato o saga preferita? Ad esempio, le carte di Dungeons and Drangons, oppure di One Piece, dei Pokemon, di Alice nel paese delle meraviglie o, ancora, di Harry Potter.
Esistono davvero tantissimi mazzi di carte a tema e non ti sarà difficile trovare quello adatto. Per altri consigli su regali di Natale originali ed economici puoi leggere qui.
Se il bambino, o la bambina, a cui stai pensando non riesce proprio a fare a meno della tecnologia, sfrutta questa sua passione per un regalo originale e che lo aiuti anche a migliorare movimento e coordinazione. Stiamo parlando di un drone che si comanda con il corpo! In giro ne puoi trovare di diversi modelli e colori, e in alcuni kit sono presenti anche accessori per provare a fare qualche acrobazia. Attenzione, però, assicurati di scegliere un drone giocattolo per bambini e non un dispositivo per adulti.
Per altri consigli su regali di Natale dell’ultimo minuto, puoi leggere qui.
Che siano pastelli, pennarelli o pennelli poco importa. Un foglio di carta e una buona dose di colori aiutano sempre a sviluppare la creatività, un allenamento di cui oggi abbiamo davvero bisogno tutti. Non è necessario avere un particolare talento artistico, basta lasciare libera la propria fantasia. Scegli degli strumenti di qualità e un blocco di fogli di carta ben rilegato, magari in materiale riciclato per trasmettere anche un messaggio di rispetto del pianeta.
Per altri consigli su regali di Natale utili ed educativi, puoi leggere qui.
Se stiamo parlando di un giovane appassionato di Spazio e missioni spaziali, ecco un gioco per sfogare il suo desiderio di viaggio interplanetario. Una stazione spaziale da costruire, simile a quella che un giorno (chissà!) potrebbe vedere su Marte. Intanto può mandare in esplorazione i suoi astronauti e raccontarci cos’hanno visto.
Per altri consigli rubati dalle letterine a Babbo Natale, puoi leggere qui.
Potranno anche essere circondati da device tecnologici, ma a quale bambino non piacciono i peluche? Se questa è la tua scelta, te ne segnaliamo uno che aiuta a scoprire e riconoscere le emozioni. A prima vista sembra un unicorno tenero e coccoloso, ma se provi ad accarezzarlo senza il suo permesso, si arrabbia tantissimo!
Per altri consigli su giocattoli da regalare a Natale, puoi leggere qui.
L’età in cui si impara ad amare la lettura è proprio questa e allora perché non stimolare la curiosità verso quelle parole scritte che nascondono mondi fantastici in cui viaggiare e trovare un po’ di magia. Ti proponiamo ad esempio Il Natale sono io scritto e soprattutto illustrato da Olivier Tallec (Clichy ed.). È la storia di Abele, un abete che nasce e cresce in una coltivazione intensiva e che si sente solo uno tra tanti, mentre sogna di essere l’unico. Vorrebbe infatti essere scelto da una famiglia che lo adotti e lo trasformi in un bellissimo albero di Natale.
Una favola, divertente, che ci ricorda anche come dovremmo cambiare il nostro rapporto con la natura, dove ogni albero, ogni fiore, ogni animale sono un essere unico, da proteggere e trattare con rispetto.
Ebbene sì, Tolkien non ha scritto solo Il signore degli anelli. Anzi, gli amanti del professore e scrittore britannico possono sbizzarrirsi scorrendo il dito lungo la lista di tutte le sue opere. Te ne segnaliamo una perfetta per bambini: una raccolta di lettere che Babbo Natale invia dal Polo Nord in cui racconta tutte le avventure che vive in questa terra lontana, selvaggia e magica.
Con i classici, si sa, si va sempre sul sicuro. Se vuoi altri consigli su libri per bambini e ragazzi da regalare a Natale, puoi leggere qui.
Anche i vestiti sono sempre un regalo utile e gradito (forse più ai genitori), ma se scegli di optare per un capo d’abbigliamento cerca di acquistare quelli più sostenibili. Come fare? Innanzitutto, evita il più possibile le fibre sintetiche, perché a ogni lavaggio disperdono microplastiche nell’acqua che poi finiscono in fiumi e mari, contribuendo all’inquinamento.
Cerca anche di non scegliere indumenti prodotti in paesi dove non sono rispettati i diritti umani o l’ambiente. Un aiuto arriva dalle etichette: fai caso a dove compaiono le certificazioni Global Organic Textile Standard (GOTS), Organic Content Standard (OCS) e Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale (Icea). Queste sigle garantiscono il rispetto di stringenti criteri sociali e ambientali per la coltivazione delle materie prime o per la loro lavorazione.
Esistono poi brand che lavorano proprio con materie prime seconde, cioè quelle ottenute dal riciclo di vecchi indumenti, plastica raccolta dal mare e altri rifiuti.
Per altri consigli su un Natale davvero green, puoi leggere qui.
Se non hai ancora trovato l’idea adatta, esiste qualcosa che ogni bambino apprezza più di qualsiasi altro regalo: il tempo per giocare insieme. Perché invece di comprargli un oggetto già fatto, non ne costruite uno insieme? Potreste ed esempio fare un bel biglietto pop-up, un addobbo in più per l’albero o dei burattini con cui mettere poi in scena uno spettacolo.
Leggi qui per trovare 10 lavoretti creativi per Natale.
Al di là del regalo in sé, non tralasciare il pacchetto. Quest’anno, ad esempio, potresti evitare di usare lo stesso rotolo di carta da regalo per ogni dono e personalizzarla in base alla persona a cui è destinato. È davvero veloce e bastano pochi strumenti: leggi qui per sapere come fare la carta da pacco personalizzata.
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Sant'Ambrogio è il patrono di Milano e il 7 dicembre del 374 veniva eletto vescovo della città. Oggi non si lavora e non si va a scuola, ma si decora l'albero di Natale e si partecipa ai tanti eventi organizzati, ad esempio la Prima alla Scala.
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Il 7 dicembre è un giorno di festa per Milano: si celebra il santo patrono della città, Sant’Ambrogio, che proprio il 7 dicembre del 374 fu nominato vescovo del capoluogo lombardo. Venne scelto per acclamazione, almeno secondo la leggenda, in virtù dei meriti che gli abitanti gli riconoscevano. Se passeggerai per le strade della metropoli meneghina in questi giorni, noterai tutti gli eventi che sono stati organizzati per l’occasione.
Oggi infatti a Milano inizia ufficialmente il periodo del Natale: si addobbano gli alberi, si mangiano le prime fette di panettone e si fa un giretto per i vari mercatini allestiti in diversi punti del centro, come la famosissima fiera degli “Oh bej! Oh bej” nel cortile del Castello Sforzesco. Ma andiamo con ordine, chi era Sant’Ambrogio?
Prima di tutto, devi sapere che Sant’Ambrogio non era un monaco o un prete, prima di diventare vescovo, ma un pretore, cioè un magistrato. Proprio così.
Aurelio Ambrogio nacque nel 340 a Treviri, in Germania, dove suo padre lavorava come prefetto del pretorio per le Gallie. E proprio per ricoprire un ruolo simile a quello del genitore, Ambrogio si trasferisce a Roma, dove diventa avvocato e poi pretore.
A Milano, Ambrogio arriva per la prima volta nel 370, quando viene nominato governatore della Liguria e dell’Emilia. E qui, la storia vera si confonde con la leggenda e i racconti popolari che si tramandano da secoli.
Sembra infatti che Ambrogio si sia fatto notare proprio durante la proclamazione del nuovo vescovo della città. Nacque infatti una disputa tra due dei diversi candidati, uno di religione cattolica e l’altro di dottrina ariana, che in seguito sarà poi messa al bando in quanto eretica. Il pretore riuscì a ristabilire la pace tra i due, sfruttando le sue doti oratorie e la sua capacità di mediazione. A quel punto, una persona tra il pubblico che stava assistendo o, secondo alcune versioni, un bambino urlò «Ambrogio vescovo!» e trovò immediatamente il coro delle altre voci, che si unirono alla sua manifestando la propria scelta.
Ambrogio però non mostrava lo stesso entusiasmo per la scelta: non si sentiva per nulla adeguato per quel ruolo così importante e difficile. Si spaventò a tal punto che rifiutò diverse volte e, in ultimo, tentò di scappare dalla città. Venne però ritrovato da alcuni abitanti e alla fine, il 7 dicembre del 374 venne nominato vescovo.
Da quel giorno, Sant’Ambrogio, o sant Ambroeus in dialetto, entrò nel cuore dei milanesi che dopo la sua morte, lo scelsero come patrono della città accanto a San Carlo Borromeo.
Ambrogio infatti si impegnò a fondo nel suo ruolo di vescovo, non solo predicando e diffondendo la dottrina della Chiesa, ma anche prestando molta attenzione ai problemi delle persone più fragili e povere della società, accogliendo i viaggiatori e i pellegrini che arrivavano da lontano e denunciando le ingiustizie.
Ancora oggi a Milano, la messa viene celebrata secondo il rito ambrosiano e presenta alcune differenze rispetto al rito romano che troverai in tutte le parrocchie d’Italia, ad esempio nello scambio della pace e nella benedizione finale.
A Sant’Ambrogio si deve inoltre la costruzione di diverse basiliche, come quella di San Simpliciano e quella di San Nazaro. La stessa basilica di Sant’Ambrogio (naturalmente con un altro nome) venne eretta per desiderio del vescovo e oggi accoglie le sue spoglie.
Oltre alle azioni compiute per la sua città, di Sant’Ambrogio si ricordano anche i miracoli. O, quanto meno, queste gesta vengono celebrate in leggende e storie popolari.
La prima racconta di uno sciame di api che si posò sulla bocca del santo mentre dormiva, ma senza che nessun insetto lo pungesse. Per questa ragione, Sant’Ambrogio è anche il patrono degli apicoltori.
La seconda, invece, è legata a un chiodo che era stato utilizzato per inchiodare Gesù sulla croce. Il Santo lo avrebbe riconosciuto immediatamente mentre camminava per Milano e oggi infatti lo puoi vedere esposto al Duomo. Le preziosa reliquia insomma si sarebbe persa oppure sarebbe stata fatta arrivare nella città lombarda proprio per farsi trovare dall’importante vescovo.
Infine, la storia della “colonna del diavolo“, forse la più nota tra tutte. Ancora oggi, davanti alla basilica di Sant’Ambrogio, puoi vedere una colonnina romana con due buchi, da cui si dice che, in alcuni giorni, si possa sentire l’odore di zolfo. Questo odore, come forse saprai, è comunemente associato al diavolo. E infatti, pare che Satana avesse tentato di trafiggere il santo, ma fosse stato imprigionato nella colonna e lì sia rimasto.
Oltre ad addobbare casa con le decorazioni natalizie, i milanesi trascorrono questa giornata tra i mercatini. I più famosi e tradizionali sono allestiti al Castello Sforzesco e Parco Sempione e sono la fiera degli “Oh bej! Oh bej”, un nome che in dialetto milanese farebbe riferimento alle esclamazioni di chi passando guaderebbe la merce esposta esclamando “che belli! che belli”.
Ci sono poi i classici mercatini di Natale tra le vie attorno al Duomo e in altri punti della città e, per finire, l’Artigiano in Fiera (o Fiera dell’artigianato) nei grandi padiglioni di Rho.
Alla sera, poi, la città si veste elegante per partecipare alla Prima alla Scala, cioè il primo spettacolo che inaugura la stagione lirica di uno dei teatri più famosi del mondo. Per il 2024 l’opera scelta è “La forza del destino” di Giuseppe Verdi ed è un evento così importante che sono attesi anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Per chi non potrà essere presente in teatro, invece, sono stati allestiti quasi 40 schermi che trasmetteranno in diretta in tutta la città quello che avviene sul palco. Un’iniziativa che si chiama “Prima diffusa“. Da tutti questi eventi avrai capito anche tu quanto è importante il 7 dicembre per Milano.
FONTE: Chiesa di Milano;
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Sarà vera la storia della mela che cade dall'albero e di Isaac Newton che in questo modo scopre la gravità? Abbiamo voluto studiare a fondo la vita di uno dei più importanti scienziati della storia per capire meglio quali furono le sue reali scoperte, qual era il rapporto con Galileo e quale eredità ci lasci.
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Quel poco che sappiamo su come funziona l’Universo, lo dobbiamo a Isaac Newton, fisico e matematico inglese che ha scoperto le leggi della gravità e del moto e ha contribuito allo sviluppo del calcolo integrale. Non è stato solo un genio visionario, ma anche un uomo complesso, estremamente egocentrico, alla continua ricerca di fama e popolarità.
Isaac Newton nacque il 25 dicembre 1642 in Inghilterra, a Woolsthorpe, in una famiglia di contadini, benestante ma priva di cultura. Non conobbe mai suo padre, perché morì un paio di mesi prima della sua nascita. La madre si risposò poco tempo dopo e mandò Isaac a vivere con la nonna. Si narra che questo allontanamento segnò profondamente il bambino, rendendolo taciturno e ipersensibile alle critiche.
L’eredità ottenuta nel 1661 a seguito della morte del patrigno, consentì a Isaac di iscriversi al Trinity College di Cambridge, dove si formò e dove, grazie alle lezioni private e alle raccomandazioni del matematico e teologo Isaac Barrow (1630-1677), ebbe la sua prima cattedra universitaria.
Il giovane Isaac si laureò nell’aprile del 1665, ma ogni speranza di un rapido avvio della carriera fu infranta quando scoppiò la peste nera. Fu, infatti, costretto a tornare nella casa di famiglia a Woolthorpe per un anno o più. Newton nacque poco dopo la morte di Galileo Galilei, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, che dimostrò che i pianeti ruotano attorno al sole e non alla terra.
Isaac si mostrò fin da subito molto interessato alle scoperte di Galileo. Era convinto che l’Universo funzionasse come una macchina e che fosse governato da poche semplici leggi. Proprio come Galileo, capì che la matematica era il modo per spiegare e dimostrare quelle leggi.
Isaac Newton, grazie alle sue scoperte, divenne famoso come lo scienziato che spiegò il funzionamento dell’Universo attraverso la matematica.
Pubblicò il suo libro più famoso, Principia Mathematica, nel 1687 mentre era professore al Trinity College di Cambridge. Nei Principia, Isaac illustrò le tre leggi fondamentali che governano il modo in cui si muovono gli oggetti, descrivendo la sua idea, o teoria, sulla gravità, ma anche che i pianeti ruotano attorno ai soli in orbite ovali e non rotonde e il fenomeno della diffrazione.
Ecco alcune delle sue invenzioni e scoperte più famose:
Le leggi del moto di Isaac Newton sono le leggi della dinamica, ovvero quella parte della meccanica che si occupa di spiegare la relazione tra le forze e gli effetti su un corpo. Ha quindi teorizzato:
Il primo principio della dinamica di Newton afferma che un oggetto che non viene spinto o tirato da una forza rimarrà fermo, o continuerà a muoversi in linea retta a una velocità costante. La tendenza di un oggetto a rimanere fermo, o a continuare a muoversi in linea retta a una velocità costante è chiamata inerzia.
La seconda legge della dinamica di Newton spiega come una forza agisce su un oggetto, ovvero un oggetto accelera nella direzione in cui la forza lo sta muovendo. Per fare un semplice esempio, se qualcuno sale su una bicicletta e spinge i pedali in avanti, la bicicletta inizierà a muoversi in avanti.
La formula che mostra questa legge è F=m*a, ovvero la forza che agisce su un oggetto è uguale alla massa per l’accelerazione.
La terza legge della dinamica di Newton afferma che per ogni azione in natura, c’è una reazione uguale e contraria. Se un corpo applica una forza su un secondo, allora il secondo corpo esercita una forza della stessa intensità sul primo, nella direzione opposta.
La scoperta della legge di gravitazione universale è legata a un mito popolare, che racconta di una mela caduta da un albero nel giardino di Newton, che portò il fisico a comprendere le forze, in particolare la gravità.
Non si sa se l’incidente sia realmente accaduto, ma gli storici dubitano che l’evento, se si è verificato, sia stato la forza trainante del processo di pensiero di Newton. Lo scienziato, comunque, era convinto che la gravità fosse la forza di attrazione tra due oggetti, come una mela e la Terra, e che un oggetto con più materia esercitasse sugli oggetti più piccoli una forza maggiore e inversamente proporzionale alla loro distanza elevata al quadrato.
In parole più semplici, maggiore è la distanza tra i due corpi, minore è la forza di attrazione. Ecco spiegato perché la Terra attira gli oggetti verso di sé e perché la mela cade verso il basso anziché verso l’alto e le persone non fluttuano nell’aria.
Devi sapere che il melo della teoria, noto come il “Fiore del Kent”, fiorisce ancora nel frutteto di Woolsthorpe Manor, la fattoria della famiglia di Newton ed è ora una popolare attrazione turistica.
Il lavoro di Newton sulla gravità fu davvero molto importante e gli venne riconosciuto. Fu nominato membro del Trinity College nel 1687. Due anni dopo, divenne professore lucasiano di matematica nel prestigioso ateneo.
Nel 1696, Newton fu nominato guardiano della zecca reale nella Torre di Londra, il che portò con sé sia prestigio che un lauto stipendio. Svolse il ruolo con notevole dedizione per i successivi 28 anni, con grande disappunto degli innumerevoli falsari da lui identificati.
Fu nominato membro della Royal Academy of Sciences francese, il primo straniero a ottenere l’accesso, nel 1699, e cavaliere dalla Regina Anna nel 1705, per il suo servizio nella zecca reale e per il prezioso contributo alla scienza. Questo onore fu memorabile per tutti gli scienziati del passato e del presente, poiché fu il primo a riceverlo.
Isaac Newton morì nel 1727 all’età di 84 anni nel sonno. Può sembrare una dolce fine, ma in realtà sulla dipartita dello scienziato ci sono numerosi dubbi.
Uno studio del 1979, pubblicato dalla Royal Society, suggerisce che sia morto per avvelenamento da mercurio, a cui fu esposto probabilmente a causa del suo lavoro con l’alchimia. Newton condusse diversi esperimenti per convertire metalli di base, come mercurio e rame, in metalli preziosi, come oro e argento. Oggi, si può rendere omaggio allo scienziato visitando l’Abbazia di Westminster. Il suo monumento in marmo bianco e grigio si trova nella navata del coro dell’Abbazia e vanta sculture di Newton, circondato da bambini mentre usa i suoi numerosi strumenti di lavoro, come i telescopi.
FONTE: Treccani;
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Cos'hanno in comune San Nicola, che il 6 dicembre porta le mele in alcune località italiane, e Babbo Natale, che porta i regali in tutto il mondo? Per scoprirlo leggi qui!
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Il 6 dicembre, da Bari a Lecco, San Nicola porta le mele, ad adulti e bambini. Vi siete mai chiesti da dove derivi questa tradizione e perché san Nicola porta proprio questi frutti (che poi frutti non sono)?
San Nicola, o come è chiamato in tante città italiane, San Nicolò si chiamava Nicola di Mira, nacque fra il 260 e il 280 d.C. a Patara (Turchia) da una ricca famiglia del luogo. I suoi genitori morirono di peste e Nicola ereditò un ricco patrimonio, che utilizzò per aiutare i bisognosi. Si narra che regalasse cibo e denaro ai poveri, calandolo di nascosto attraverso il camino o dalle finestre delle loro case.
Secondo una leggenda, Nicola decise di donare alla famiglia di un nobile decaduto con tre figlie da mantenere una grande quantità di denaro divisa in tre parti: dopo aver avvolto in un panno ciascuna di queste tre somme, le gettò nella casa dell’uomo in tre notti consecutive. In seguito, Nicola divenne vescovo di Mira, dove i suoi miracoli divennero famosi: secondo una leggenda, infatti, Nicola resuscitò tre bambini.
Per questa e altre leggende, San Nicola è diventato il protettore dei bambini, oltre che di molte città, come ad esempio Lecco e Bari.
Sembra che San Nicola donò tre belle mele a tre bambini così poveri da non potersi comprare nemmeno un po’ di cibo. Durante la notte però, i tre frutti si tramutarono in preziosissime mele d’oro che, una volta vendute, aiutarono la famiglia dei bambini a sopravvivere.
Ecco perché il 6 dicembre, in tante città italiane, si regalano mele mature e lucide ai bambini, a volte anche decorate.
In alcuni paesi, per esempio in Inghilterra, Babbo Natale viene chiamato Santa Klaus perché Babbo Natale sarebbe proprio San Nicola. Le tradizioni del Nord Europa (poi riprese anche dall’azienda Coca-Cola per creare l’odierna figura del barbuto portatore di doni) infatti modellarono sulla figura del Santo, noto protettore dei bambini, il mito di un vecchietto che una notte all’anno gira per le case del mondo regalando dolci e giocattoli ai più piccoli.
Nell’anno 305 Nicola fu imprigionato ed esiliato dall’imperatore Diocleziano, che nel 303 aveva dato il via a una serie di persecuzioni contro i Cristiani. Nel 313, fu liberato da Costantino e riprese la sua attività apostolica.
Morì a Mira nel 343, ma e si narra che continuò a compiere miracoli. Le sue spoglie oggi sono conservate a Bari.
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Hai appena adottato un criceto e non sai che nome dargli? Non preoccuparti, pensiamoci insieme! Scegliere il nome giusto per il tuo nuovo amico peloso può sembrare una sfida, ma è anche un’occasione unica per scatenare la fantasia.
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È pigro oppure giocherellone? Ama le coccole o preferisce avere il suo spazio? Qualunque sia la personalità del tuo criceto, troverai sicuramente un nome adatto a lui. Ricorda: scegliere un nome speciale è il primo passo per costruire un legame unico con il tuo animale, che ti accompagnerà negli anni a venire. Ecco quindi qualche suggerimento per stimolare un po’ la creatività e aiutarti a trovare il nome perfetto, che rifletta la personalità del tuo criceto o che semplicemente richiami qualcosa che ami!
Inizia pensando a ciò che ti piace: un personaggio di un cartone animato, un film o magari un dolce delizioso.
Considera che ripeterai spesso il nome del tuo piccolo amico, quindi meglio che sia qualcosa che ti faccia sorridere ogni volta. Per semplificarti la scelta, abbiamo suddiviso i nomi in categorie: scegli quello che più ti colpisce oppure lasciati ispirare.
I nomi classici per criceti sono brevi, teneri e facili da ricordare. Perfetti per un piccolo amico soffice e adorabile!
Ecco alcuni suggerimenti:
Nana, Birba, Ciccio, Puffo, Fiocco, Pepe, Stellina, Briciola, Frufru, Teo, Pimpi, Chicco, Nuvola, Pallino, Zucchero, Leo, Biscotto, Tippy, Cocco, Nebbia, Lucky, Puffetta, Pepe, Milo, Tino, Fiore, Piuma.
Se ami i cartoni animati e i manga, puoi optare per un nome ispirato ai tuoi personaggi preferiti! Sapevi che negli anni 2000 esisteva un famoso cartone con protagonista un criceto? Si chiamava “Hamtaro”, ed era davvero irresistibile.
Ecco altri nomi a tema cartoni animati e manga:
Bijou, Naruto, Pikachu, Goku, Sailor, Totoro, Simba, Elsa, Minù, Lilo, Stitch, Poppy, Dory, Spongebob, Patrick, Mulan, Koda, Baloo, Ariel, Masha, Shiro, Doraemon, Heidi, Snoopy, Charlie, Sven, Olaf, Remì.
Il tuo criceto è un amante del relax e preferisce pisolini e coccole alla corsa sulla ruota? Allora scegli un nome che rispecchi la sua indole tranquilla:
Ronfy, Pisolino, Coccola, Fiocco, Ronfolo, Bignè, Yoghi, Slowi, Polpetta, Nap, Fluffy, Puff, Nuvolina, Momi, Snorlax, Pimpi, Fiocco di Neve, Hippy, Fagiolino, Ghiro.
Se il tuo criceto è un vero esploratore e non sta mai fermo, allora serve un nome che trasmetta la sua energia e vivacità:
Saetta, Dinamite, Flash, Zip, Schizzo, Pepita, Zippy, Trottola, Briciola, Joy, Spark, Bingo, Lampo,
Ninja, Fiammetta, Scooby, Turbo, Skippy, Puka.
Se hai un criceto maschio, ecco alcuni nomi che sanno essere affettuosi senza rinunciare a un po’ di grinta:
Tommy, Milo, Oscar, Teo, Leo, Pongo, Max, Rocky, Kikko, Bruno, Bobo, Nico, Willy, Gastone, Pippo, Tigro, Ranma, Jimmy, Artù, Zorro, Carletto, Jack, Lillo, Riki, Pepito, Rufus, Toby, Achille.
Se il tuo criceto è una femminuccia, ecco una selezione di nomi dolci e graziosi:
Lily, Perla, Stella, Mimi, Daisy, Trilli, Belle, Luna, Fiorella, Gemma, Priscilla, Frida, Bianca, Iris, Lola, Chicca, Bimba, Flora, Azzurra, Cenerina, Rosita, Dove, Fragola, Violetta, Gaia, Ninfea.
Scegliere un nome per il tuo criceto è un momento speciale: prenditi tutto il tempo necessario e divertiti a esplorare tutte le possibilità!
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Ogni anno, il Natale ci regala l'occasione di perderci tra storie magiche e avventure incantate. Ecco alcuni consigli di lettura dove ogni storia accende la magia dell'attesa e della festa
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Mi sono svegliata molto presto, come ogni mattina. Con la tazza di caffè in mano guardo dalla finestra del mio studio. L’ho voluta così questa piccola finestra sul tetto, affacciata verso le montagne, perché la loro vista mi rassicura, mi fa sentire a casa.
È tempo di attesa, il Natale arriverà prima che ce ne rendiamo conto e sulla scrivania ho le novità di quest’anno, lette negli ultimi giorni. Ne ho scelte solo alcune, per la qualità del testo, per l’idea di base o per lo stile delle illustrazioni. Come ogni anno, le condivido con voi augurandovi una buona attesa e buona lettura, nella speranza che entrambe siano ricche di stimoli interessanti e cose buone.
Immaginando le mie montagne coperte di bianco, vorrei iniziare con due racconti di neve.
Marieke Ten Berge, Premio Andersen 2022 con Nord (2021,Clichy) ci regala la storia tenerissima di una piccola volpe artica alle prese con il suo primo inverno polare. Per Luce l’inverno è una lunga notte fredda e senza fine. La paura di non farcela è grande e l’unica certezza per lei sono le storie che le raccontava sempre la mamma, come quella delle volpi artiche che fanno luce con la coda. Un albo pieno di suggestioni che invita la mente e il cuore a lasciarsi trasportare verso gli immensi silenzi del grande Nord.
Non potevo non parlare del terzo albo della nuova serie di Usher. Una nuova avventura per
il piccolo Sam e il suo adorabile nonno a cui non ci si può non affezionare. Quando Sam si sveglia, la giornata è grigia, fredda e noiosa e far venir voglia di restarsene a casa. Ma ecco che il nonno gli fa cambiare idea. Insieme escono per delle commissioni: comprare un nuovo paio di occhiali, leggere certi libri in biblioteca, ma soprattutto passare dal ferramenta; cosa avrà in mente stavolta il nonno? Costruire uno slittino ovviamente! E allora via nella neve verso nuovi, entusiasmanti incontri! Un nonno pieno di sorprese che sa sempre come stupire il lettore.
Ed ecco qui un piacevolissimo calendario dell’Avvento. Elsa aspetta con gioia il momento più magico dell’anno e quest’anno ha deciso di celebrarlo preparando un dono per Babbo Natale. Ci sono moltissime cose da fare nei 24 giorni di attesa: scegliere l’albero e gli addobbi, decorare casette di marzapane, scrivere biglietti di auguri. Anche al Polo Nord fervono i preparativi: gli elfi corrono da una parte all’altra per impacchettare i giocattoli e oliare gli ingranaggi della slitta, mentre Babbo Natale legge attentamente tutte
le letterine. Ogni doppia pagina invita il lettore a cercare qualche particolare tra i moltissimi dettagli delle illustrazioni, in un gioco di cerca-trova molto divertente.
P.S. I miei bambini hanno chiesto di poter leggere il libro-calendario tutto in una volta, perché il gioco invita proprio in questa direzione. Ma per ora resistono...
La giovane talpa Milla lavora con grande piacere nel negozio di Thomas, una bottega specializzata in liquirizia da tre generazioni. Il periodo che precede il Natale è proprio un fermento, clienti che vanno e vengono e un sacco di consegne da fare, tanto che Milla propone una grande novità: usare i pattini a rotelle per servire le liquirizie in super velocità. Ugo, il sassofonista, non riesce a stare lontano dal negozio più innovativo della città e forse…il suo cuore batte per Milla. Dopo tanto lavoro, finalmente la mattina di Natale Milla può concedersi una giornata tutta per sé e decide di andare a pattinare sulla pista che circonda il laghetto. Ed è proprio in quel momento che Ugo bussa alla sua porta per suonarle un brano jazz scritto apposta per lei. Un racconto molto dolce, vuoi per il sapore della liquirizia, vuoi per le morbide note del sax. Con le delicate illustrazioni di Benedetta Sala.
Un libro di prime letture uscito nel 2023, ma riproposto quest’anno in versione rilegata da Feltrinelli con le illustrazioni, molto piacevoli, di Cecilia Fallongo. Il piccolo elfo Oliver, al suo primo giorno di lavoro, si trova nei pasticci! All’inizio non riesce proprio a trovare la strada giusta e per di più ha a che fare con le renne di Babbo Natale che vanno matte per le caramelle alla carota! Riuscirà a portare a termine il suo primo giorno di lavoro?
Ecco il ritorno dell’autore e illustratore francese Olivier Tallec con la storia di Abele l’abete e il suo sogno di diventare un albero di Natale. Un piccolo abete allevato in una coltivazione intensiva desidera con tutto se stesso diventare un albero di Natale. Immagina gli addobbi, le luci, i regali ai suoi piedi. La sua ambizione è così tanta che una notte decide di fuggire e andare in città. Lì troverà forse qualcuno che lo sceglierà e lo porterà a casa per diventare un bellissimo albero di Natale da salotto. Ma come sarà allora? Sarà veramente come l’ha sempre immaginato? Un racconto originale, divertente e un pizzico sarcastico.
Zefì, un marmottino curioso, non ha proprio voglia di andare in letargo. Mentre tutti ronfano, esce a giocare con i suoi amici, lo scoiattolo Flavièn, la civetta Nilda e l’ermellino Yvette.
Insieme, si incamminano nel bosco finchè, in lontananza, intravvedono una casa con le luci accese. Si avvicinano e sbirciano dalle finestre: uno strano omone con una lunga barba bianca e un cappello rosso sta armeggiando con strani attrezzi.
Ma ecco che una tempesta di neve sorprende i quattro amici e l’omone li invita a ripararsi nella sua casa, dove ci sono un bellissimo abete agghindato a festa e tanti pacchetti regalo. Eh sì, è proprio la casa di Babbo Natale! Che scoperta! Ma ci sarà un regalo anche per loro?
Gli elfi sono esseri invisibili, ma se vogliono, possono farsi vedere sotto le sembianze di creature diverse.
Per gli islandesi gli elfi sono esseri sacri e leggendari da temere, venerare e soprattutto mai offendere o provocare: possono essere buoni e generosi o pericolosi e vendicativi. Pescando dall’enorme patrimonio folklorico a disposizione e accostandovi pagine a fumetti, stralci di giornali inventati, illustrazioni a colori e figure nascoste, Hjörleifur Hjartarson e Rán Flygenring raccontano con ironia e rigore filologico un fenomeno peculiare della cultura islandese.
Nella più magica notte dell’anno, una bambina sorprende Babbo Natale nella sua cameretta intento a lasciarle dei doni e, in preda ad un’inesauribile curiosità, inizia a fargli decine di domane. “Signor Babbo Natale, hai ricevuto la mia letterina?” “Le renne parlano?” “Si possono mangiare le nuvole?” “Ma tu conosci tutti i pupazzi di neve?” E ancora…”Posso diventare uno dei tuoi Elfi?”. Babbo Natale deve continuare il suo lavoro e così la fa salire a bordo della sua slitta. Una volta completate le consegne, si prosegue destinazione Polo Nord, proprio a casa di Babbo Natale! Perchè le sorprese, a Natale, non finiscono mai!
Dalla A di acrobata alla Z di zebra, un dizionario ricco di voci e notizie insolite su Babbo Natale. Ad esempio, lo sapevate che talvolta i suoi elfi si travestono da funghi rossi e bianchi? E che Babbo Natale si annoia quando va in campeggio? E che il fratello di Babbo gli assomiglia un po’ ma ha un caratteraccio? Un libro divertente da leggere con curiosità per conoscere meglio Babbo Natale e il suo mondo…un po’ pazzerello.
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Secondo la definizione dell'Oxford English Dictionary, brain rot significa: «un presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, come risultato di un consumo eccessivo di materiale considerato superficiale o poco stimolante». Come accorgerti se lo stai accusando anche tu.
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Secondo l’Oxford English Dictionary, la parola del 2024 è “brain rot”, letteralmente “marciume cerebrale” o “cervello marcio”, per abbreviare. Ma a cosa si riferisce? Secondo gli autori, è una delle conseguenze del trascorrere troppo tempo sui social media o, più in generale, davanti a contenuti di bassa qualità. E proprio dal mondo dei social arriva anche questo termine che però non è esattamente un neologismo. Ma andiamo con ordine.
Per “brain rot” si intende un cervello che marcisce, che va in putrefazione (bella immagine, no?). La definizione precisa dei linguisti che hanno curato la ricerca è: «il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, come risultato di un consumo eccessivo di materiale (oggi, in particolare, contenuti online) considerato superficiale o poco stimolante».
La causa del “brain rot”, dunque, sono i contenuti di scarsa qualità che possiamo incontrare un po’ ovunque, anche in televisione e persino sui giornali, ma che nella maggior parte dei casi troviamo sui social media. Anche perché secondo un report di GlobalWebIndex trascorriamo almeno 1 e 46 minuti al giorno su queste piattaforme. E, diciamoci la verità, spesso è pure di più.
La sovraesposizione a reel, video e post senza un reale contenuto finisce per danneggiare le nostre funzioni cerebrali come la memoria, la concentrazione, l’attenzione e la capacità di ragionamento. Un problema di cui anche gli utenti si sono accorti: l’Oxford University Press ha infatti notato come tra il 2023 e il 2024 la diffusione del termine “brain rot” sia aumentata del 230%, per esprimere la preoccupazione per i possibili danni al cervello dati dall’eccessivo utilizzo dei social.
Accorgersi di essere a rischio “brain rot” potrebbe essere meno semplice per le generazioni come la Z o la Alpha, cresciute con i social network.
Alcuni “sintomi” sono una ridotta capacità di attenzione, che a volte dura solo una manciata di secondi, anche di fronte a contenuti più lunghi; la difficoltà di comprendere testi o video più complessi; il linguaggio che si uniforma al gergo dei social e si esprime solo attraverso meme o trend; guardare ogni esperienza o situazione come una possibile stories per Instagram o un video per TikTok.
Anche tu potresti avere un amico o un’amica che hanno iniziato a manifestare alcuni di questi segnali, o, più semplicemente, ti sei accorto che è proprio quello che sta capitando a te.
Come ti dicevamo all’inizio, “brain rot” non è un vero e proprio neologismo. Questa espressione era infatti già stata utilizzata da un filosofo statunitense, Henry David Thoreau, nel 1854. In Walden, una delle sue opere più famose, Thoreau nota una tendenza sempre maggiore a preferire le spiegazioni più semplici rispetto a quelle che tengono conto della complessità di un concetto, come se non fossimo più disposti a mettere in atto uno sforzo mentale.
Un fenomeno che oggi viene amplificato dalla facilità con cui possiamo accedere a contenuti “leggeri” in qualsiasi momento della giornata, da quando aspettiamo l’autobus alla fermata, alla sera prima di addormentarci o, ancora, mentre siamo in compagnia di amici ma la nostra attenzione è inesorabilmente attirata dallo smartphone.
La prossima volta che sei immerso nello scrolling tra un contenuto e l’altro, prova a cercare l’hashtag #brainrot: è possibile che in quel video, l’utente racconti proprio la sua esperienza con i danneggiamenti al cervello provocati dall’eccessivo tempo trascorso sui social.
FONTE: Oxford English Dictionary;
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L’albero di Natale porta nelle case e nelle piazze delle città lo spirito della festa. Ma è meglio un abete vero o di plastica?
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L’8 dicembre è il gran giorno: in tutte le case d’Italia si spostano i mobili del salotto per fare spazio a lui, l’albero di Natale. E si respira subito la magia delle feste. Ma non dobbiamo dimenticarci dell’ambiente.
Finto, perché si può riutilizzare molti anni, oppure vero perché non si utilizza plastica? Lo abbiamo chiesto a Eleonora Mariano, responsabile dell’Ufficio progetti Pefc Italia (l’organizzazione di certificazione per la gestione sostenibile delle foreste). «Se si ha in cantina un albero di plastica va benissimo riutilizzarlo, ovviamente. Ma se lo si deve comprare nuovo non c’è dubbio, meglio sceglierlo vero. Infatti tutti gli alberi in vendita per il Natale sono coltivati appositamente, rispettando l’ambiente. Certo, è importante leggere sempre l’etichetta che certifica l’origine da coltivazioni specializzate. È bene anche guardare il luogo da dove proviene l’albero. Più è vicino, infatti, minore è l’inquinamento emesso durante il trasporto. Un’alternativa sono i cimali, cioè la parte alta degli abeti che viene tagliata durante le pratiche di gestione forestale di sfoltimento (anche questi devono essere certificati). I cimali sembrano alberi, anche se non vanno piantati in vaso».
«Se è in buone condizioni si può interrare in un vaso più grande o in un giardino privato. Una pratica da evitare assolutamente è quella di ripiantarlo in un bosco» avverte Eleonora: «anche se sembra una bella idea, in realtà si rischia l’inquinamento genetico con altre specie e il diffondersi di malattie tra le piante»
A livello energetico l’albero di plastica è fatto di petrolio; l’albero vero è invece il prodotto di energia solare e acqua. L’abete vero è del tutto biodegradabile; gli alberi finti, invece, impiegano oltre 200 anni per degradarsi (dati dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Se il tuo albero di Natale è una pianta vera, ricordati che è anche viva e quindi non devi dimenticare di annaffiarla. Con quale frequenza? L’ideale è una volta ogni 1-2 giorni. Se vuoi puoi mettere alcuni cubetti di ghiaccio nel vaso, così da far rimanere la terra umida più a lungo. Importante è anche tenerlo al riparo da fonti di calore: non va messo vicino al termosifone. E le decorazioni? Scegli quelle fatte di materiali naturali o, meglio ancora, creale tu: alcune bellissime eco-idee le trovi nel lab di Focus Junior.
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